Fondato nel 1995, il Museo nacque per salvare dalla distruzione le fusioni artistiche e i modelli in legno ancora conservati nello stabilimento Ilva nel 1970, al momento della chiusura delle officine; i macchinari delle fonderie furono invece in gran parte demoliti. I reperti, ospitati in varie sedi, furono trasferiti nella sede definitiva del Forno di San Ferdinando nel 1998. L'allestimento documenta l'attività locale di lavorazione artistica del ferro e conserva reperti etruschi e ottocenteschi. La raccolta è costituita da arnesi da lavoro, modelli in legno per opere artistiche di fusione e oggetti in ghisa prodotti nelle fonderie di Follonica. Ne fa parte anche un forno fusorio etrusco originale. Più recentemente, ha acquisito una raccolta di arnesi da lavoro donati da ex fonditori locali. È affiancato da una Mediateca che conserva carte, disegni e un ricco corredo fotografico, oltre a un piccolo numero di testimonianze orali registrate che si riferiscono alla storia dello stabilimento. Il Museo è inserito nel perimetro magonale e fa parte di un affascinante itinerario all'interno dell'area dell'ex stabilimento Ilva. Il percorso presenta suggestive testimonianze della lunga stagione del ferro: il cancello di ferro lavorato e di getti, i casotti di guardia, il palazzo granducale, la palazzina del direttore, la residenza dei dipendenti, le fonderie n. 1 e 2, la torre idraulica, il forno tondo San Ferdinando, il bottaccio, la torre dell'orologio e altri edifici connessi al buon funzionamento del grande stabilimento.
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Follonica è un comune con circa 22.000 abitanti della provincia di Grosseto, dista dal capoluogo circa 50 km. La città, bagnata dal Mar Tirreno, si affaccia al centro del Golfo di Follonica.
Il territorio comunale si estende su una superficie di poco superiore ai 55 km², estendendosi dalle coste del Mar Tirreno, bagnate dalle acque del Golfo di Follonica, fino all'entroterra collinare ove si sviluppano le prime propaggini delle Colline Metallifere grossetane, in posizione retrostante rispetto alla pianura della Maremma grossetana, in questo tratto formata dal fiume Pecora fino alla sua foce. A livello altimetrico, si passa dal livello del mare fino ai 308 metri s.l.m. di Poggio al Chiecco.
Il territorio comunale confina a nord con il comune di Suvereto e la provincia di Livorno, a nord-est con il comune di Massa Marittima, a sud-est con il comune di Scarlino, a sud-ovest è bagnato dal Mar Tirreno, mentre a nord-ovest confina nuovamente con la provincia di Livorno e il comune di Piombino.
Frazioni : Prato Ranieri
Il territorio comunale si estende su una superficie di poco superiore ai 55 km², estendendosi dalle coste del Mar Tirreno, bagnate dalle acque del Golfo di Follonica, fino all'entroterra collinare ove si sviluppano le prime propaggini delle Colline Metallifere grossetane, in posizione retrostante rispetto alla pianura della Maremma grossetana, in questo tratto formata dal fiume Pecora fino alla sua foce. A livello altimetrico, si passa dal livello del mare fino ai 308 metri s.l.m. di Poggio al Chiecco.
Il territorio comunale confina a nord con il comune di Suvereto e la provincia di Livorno, a nord-est con il comune di Massa Marittima, a sud-est con il comune di Scarlino, a sud-ovest è bagnato dal Mar Tirreno, mentre a nord-ovest confina nuovamente con la provincia di Livorno e il comune di Piombino.
Frazioni : Prato Ranieri
il Museo del Ferro e della Ghisa
Fondato nel 1995, il Museo nacque per salvare dalla distruzione le fusioni artistiche e i modelli in legno ancora conservati nello stabilimento Ilva nel 1970, al momento della chiusura delle officine; i macchinari delle fonderie furono invece in gran parte demoliti. I reperti, ospitati in varie sedi, furono trasferiti nella sede definitiva del Forno di San Ferdinando nel 1998. L'allestimento documenta l'attività locale di lavorazione artistica del ferro e conserva reperti etruschi e ottocenteschi. La raccolta è costituita da arnesi da lavoro, modelli in legno per opere artistiche di fusione e oggetti in ghisa prodotti nelle fonderie di Follonica. Ne fa parte anche un forno fusorio etrusco originale. Più recentemente, ha acquisito una raccolta di arnesi da lavoro donati da ex fonditori locali. È affiancato da una Mediateca che conserva carte, disegni e un ricco corredo fotografico, oltre a un piccolo numero di testimonianze orali registrate che si riferiscono alla storia dello stabilimento. Il Museo è inserito nel perimetro magonale e fa parte di un affascinante itinerario all'interno dell'area dell'ex stabilimento Ilva. Il percorso presenta suggestive testimonianze della lunga stagione del ferro: il cancello di ferro lavorato e di getti, i casotti di guardia, il palazzo granducale, la palazzina del direttore, la residenza dei dipendenti, le fonderie n. 1 e 2, la torre idraulica, il forno tondo San Ferdinando, il bottaccio, la torre dell'orologio e altri edifici connessi al buon funzionamento del grande stabilimento.